diario del viaggio australe del roccolino più amato di tutta via san francesco

sabato 3 maggio 2008

Easy living


La sveglia arriva per le 11, mi lavo il viso e i denti, cerco di darmi un po’ di contegno ma la missione è ardua, prendo il computer e vado a fare colazione, noto con piacere di non essere il solo ad aver apprezzato il venerdi di Sydney. Le facce sono le tipiche da after-after-party, e gli sguardi di schifo misto complicità sono gli unici contatti con la gente intorno a me, dopo un paio di tazze di caffè il cervello comincia ad avviarsi; mi sposto nella zona tv e scrivo un po’. Annie è andata da Pritika che è in piena crisi mistica per via di un ragazzo, io l’aspetto cazzeggiando in rete un paio d’ore, quando per l’una e mezza arriva mi sono più o meno ripreso. Ci nutriamo a frutta per cercare di darci un tono più salutare ma la cosa non funziona molto bene e dopo un paio d’ore mangiamo thai, passeggiamo per il centro alla ricerca di un internet cafè e di pantaloni semi eleganti per il lavoro. Per le 4 smettiamo entrambe le ricerche, abbiamo trovato una cosa su 2… le 2 ore successive trascorrono on line alla ricerca forsennata di un appartamento, le offerte sono parecchie e cercare in mezzo a tutta quella bolgia può risultare complesso anche perché stando in 2 su un computer la lettura è sempre un problema, soprattutto se uno comincia a leggere gli annunci dall’alto e uno dal basso… dopo una selezione di circa una ventina di offerte si passa alle telefonate che portano a 6 appuntamenti per il giorno seguente. La ns ricerca si restringe ad una stanza in un appartamento che non sia ne di 20 studenti 18enni ne di coppie 40enni, una via di mezzo che non costi più di 300 soldi a settimana e che non sia a più di 1 ora dal lavoro di Annie, insomma una cosa nella media.
Per le 7 torniamo all’ostello, oggi c’è la serata sul tetto con il BBQ e il goon (il vino in scatola) gratis, imperdibile! Ovviamente sbagliamo i tempi e arriviamo tardi, la carne è praticamente andata via tutta, io qualcosa trovo ma Annie in quanto vegetariana resta a bocca asciutta, rimediamo con il goon; troviamo i miei compagni di stanza e li presento, scopriamo poi che quello è solo l’inizio della serata, alle 9.30 un autobus si ferma fuori dall’ostello e carica tutti quelli che vogliono salire, ci consegnano un pass per un locale e ci accompagnano; 2 birre gratis a testa e dance contest, non male. Il posto è una sorta di locale misto discoteca, è pieno di backpackers quindi divertente, andiamo via per mezzanotte con l’idea di bere ancora qualcosa e poi di ritrovarci con gli altri in una vera discoteca una mezz’ora dopo. Scopro poco dopo che in infradito non si può entrare nei locali notturni per motivi di sicurezza, la ns scelta si restringe quindi di parecchio e optiamo per andare avanti a birre. Un messaggio ci avverte che a differenza di quello che ci aspettavamo la discoteca è a pagamento che quindi gli altri stanno tornando al locale di prima, noi dopo 3-4 secondi di dubbio ordiamo un’altra birra… per le 2 ci incamminiamo verso a casa, fa un po freddino e la fame comincia a farsi sentire, ma camminare è piacevole, è tutto pieno di gente, kings cross è un vero desio; un passaggio da Subway e uno da McDonald’s poi a nanna, Annie si infiltra in ostello tanto oggi è sabato e quindi vale tutto, il letto è piccolo ma ci addormentiamo cmq all’istante.

venerdì 2 maggio 2008

Il primo giorno di lavoro


Sveglia all’alba, anzi prima, quando mi alzo è ancora buio e la gente in camera mia è ancora coscente, non ho idea di cosa facciano svegli ma non me ne preoccupo più di tanto, credo siano appena tornati.
Alle 5.45 faccio colazione con le mie cose al primo piano, poi treno delle 6.06 e alle 6.20 sono al punto di ritrovo; il mio capo è puntuale, sorride sempre e mentre siamo in macchina mi chiede di raccontare la storia della mia città, sembra molto interessato e conosce la zona, si giustifica dicendo che conosce diversi sloveni e molti italiani… i giuliani nel mondo!!! Bon alle 7 siamo sul posto, quartiere ricco a nord del porto, la quantità di piscine e di suv lascia intuire che qui sono tutti ricchi, tutti. La ditta si occupa di landscape quindi di realizzare giardini, mi presento al resto del team: Dave, australiano sui 45 e Rob, irlandese sui 35, mi mostrano i progetti di come verrà il giardino e si comincia, mi chiedono di spostare detriti da un posto all’altro con pala e carriola, niente di grave, sono ben addestrato all’uso della pala e a carichi decisamente più pesanti. Finito questa mansione li raggiungo sopra la casa, è appena arrivato un camion con la gru per muovere una montagna di blocchi di pietra che sono arrivati in quest’ora. Resto molto colpito del fatto che ci sia stato un lavoro pesante e che non mi abbiano chiamato: sono l’ultimo arrivato, in genere gli si da’ da fare le peggio cose, e invece… vabbè mi spiegano che adesso con la gru muoveremo i pallets di pietre nel giardino sottostante e che io e Dave staremo giù, prima di cominciare però facciamo tutti una tea-breack, sono le 9, via mezz’ora. Scaricati tutti i pallets è mezzogiorno, pausa pranzo, via un’ora. Divoro i miei panini al sole leggendo in santa pace il giornale, poi per l’una facciamo qualche tiro a canestro e ricominciamo a lavorare, il mio compito adesso è scaricare le pietre dai pallets e portarle una decina di metri più in la dove andranno poi posizionate, i miei colleghi mi sottolineano di prendere solo quelle più maneggevoli, che non serve rompersi la schiena con quelle troppo pesanti, ottima idea! Tra qualche presa in giro sul mio abbigliamento (pantaloni lungi e maglietta nera sotto un sole cocente) e qualche tiro a canestro arrivano le 2.45, sparecchiamo tutto e ci si rivede lunedì, speriamo che sia ancora così…
Dave mi accompagna fino alla stazione dei treni, sono le 3.10, mi perdo un po’ e alle 3.40 sono a Kings cross, rifletto sulla mia giornata, roteo un po’ su me stesso e saltellando contento arrivo in ostello. Medito riguardo il fatto che ogni cosa ha un suo perché: i miei muscoli sono allenati da Terrey Hills, ho le mie energie positive dalla gita a Byron Bay e sono contento di avere un lavoro, adesso devo solo trovare in che direzione incanalare tutta questa energia, non vorrei traumatizzare nessuno…
Bon adesso doccia e poi per le 7 vedo Annie, andiamo al pub con Pritika e poi non ho capito dove in città da un certo Jeremy che non ho ancora incontrato, oggi ho meno preoccupazioni, anche se ancora non li ho ricevuti ho guadagnato i miei primi soldi. Good job Rocky! P.S. della mattina dopo, serata impegnativa cominciata a birre in pub da dove siamo fuggiti per le 10 perché è apparsa una cacca maleodorante sul tappeto, giuro che non so chi possa averla fatta, nessuno ha visto cani ed era proprio in mezzo al passaggio della gente, forse uno scherzone, ma una puzza… poi casa di un certo Alex dove c’erano un paio di soggetti interessanti tra cui un artista croato sui 30 fuori di testa, un tot di vodka e via in un posto chiamato Abercrombie, 10 soldi l’ingresso, e poi 7 per ogni tequila, ne sono andate giù parecchie (bisognva festeggiare, non so esattamente cosa ma bisognava…), per qualche strano motivo per le 2 io e Annie siamo andati verso casa, le solite manovre tipiche sue, ad un certo punto senza dire niente a nessuno bon bon bon casa, solo che questa volta sono sparito anch’io, non so perché siamo andati via, forse eravamo solo troppo sbronzi. Molto intelligente la mia decisione da sbronzo di tornare a casa a piedi, credo di averci messo 40 minuti, le distanze qui non sono da sottovalutare!
Ieri sera ho fumato una mezza sigaretta ma non mi è piaciuta un granchè, l’atto in se è stato cmq molto soddisfacente, sono sempre più convinto che non sia propriamente la nicotina che mi manca quanto il gesto della sigaretta.

giovedì 1 maggio 2008

Trovato lavoro in 5 minuti!


Arrivo alle 7 in stazione, sono stanco ma piano piano mi sto abituando a questi scomodi movimenti in treno, lascio la valigia al check-in bagagli e parto con il solo zaino alla ricerca di una sistemazione, eseguo una cernita dei possibili candidati in un internet caffe, mangiando una mela e uno snickers poi parto per vedere se i posti corrispondono almeno in minima parte alle descrizioni ondine, ovviamente no! Una schifezza dietro l’altra, giro per il centro guardando anche altre possibili scelte ma la cosa è deprimente o troppo cara, decido per dirigermi in una zona che avevo scartato a priori non so perché: kings cross; adesso che la giro so il perché! L’ho scartata perché son mona, è il quartiere a luci rosse o qualcosa così, vivo brillante e apparentemente divertente, decisamente pieno di ostelli, trovo una via dove c’è ne sono 10 di fila, molto utile… cmq trovo il mio posto, si chiama d-luxe accomodations, le stanze sembrano pulite, l’ingresso è bello, le stanze comuni sembrano attrezzate bene e c’è la super terrazza per il bbq con vista su Hyde park e lo skyline, in più il padrone sembra molto simpatico, d’altra parte è australiano e non ne ho ancora trovato uno che non lo sia. Mi fa un buon prezzo: 140 soldi per la settimana in un dormitorio da 6, ci sto, facendo il ceck-in leggo che per i lavori bisogna chiedere a lui e la cosa mi incoraggia, mentre scrive gliela butto la così se conosce qualcuno… che magari potrebbe… resto così sul vago, non sono mai stato troppo bravo nel chiedere le cose, mentre io parlo e lui scrive suona il telefono, risponde, fa uhm uhm un paio di volte e si appoggia il telefono sulla spalla poi mi guarda e mi chiede se voglio un lavoro, io gli dico di si e lui mi da il telefono, dall’altra parte c’è una donna che mi dice i dettagli: landscaping, 18$ l’ora non ho bisogno d’altro, mi faccio spiegare come raggiungerla e vado. Mi presento al posto indicato e trovo il collega che mi conferma quello che mi aveva detto la donna, gli vado bene, comincio domattina alle 6.30, ottimo! Da quello che ho capito il lavoro dovrebbe essere più o meno come a terrey hills, pala in mano, però qui credo erbacce e sabbia e con la differenza dei 18 soldi all’ora, dovrebbe durare 2 settimane forse qualcosa in più… sopravviverò? Una cosa è certa: no party tonight! Felice che i miei influssi da surfista abbiano funzionato mi avvio a recuperare la valigia in stazione, faccio la doccia e perdo il pomeriggio a fare un giro della zona. Domani devo portarmi merenda e pranzo, quindi la mia missione odierna è trovare come farmi dei panini normali senza spendere una follia, dopo lunghe ricerche scopro coles, finalmente! Una catena tipo standa dove fare la spesa diventa un’impresa per via deella quantità di roba disponibile, perdo un’ora tra i prosciutti e i formaggi e un’altra mezz’ora buona nei biscotti, poi sono troppo stanco per pensare anche alla cena di oggi quindi visto che ho mangiato schifezze tutto il giorno continuo sulla stessa strada, la scelta qui è facile. Con 28 soldi ho 2 borse di cibo e considerando che 8 soldi sono di caffè posso dire di aver trovato il mio posto, perfino i cassieri sono veloci, sono quasi impressionato!
Torno all’ostello e socializzo con i miei compagni di stanza, tutti crucchi, 2 maschi e una ragazza, ne manca uno che non si sa di dove sia ne dove sia adesso, scoprirò tanto sono qui una settimana. Avverto che domattina mi sveglio presto e un crucco mi dice che lui non sarà ancora andato a dormire a quell’ora perché c’è la coppa uefa e lui la guarda, scoppia la presa per il culo generale, la coppa uefa? Vabbè sembrano blandi l’importante è quello…

mercoledì 30 aprile 2008

una vita per il surf

Ieri la mia serata è finita in camera con i miei colleghi surfisti, ho scoperto che uno di loro, che non avevo ancora visto è venuto qui 3 mesi fa per un convegno, doveva fermarsi una settimana e non è più tornato a casa, sta girando tutta la costa est seguendo un po’ le onde e un po’ il caldo, gli chiedo come si mantiene e lui sorridendo mi risponde che i suoi sono molto felici che lui si diverta… il polacco invece mi chiede a cosa mi servano i soldi, “ma scusa l’ostello come lo paghi?” mi viene spontaneo chiedere, beh avevo un po’ di soldi da parte, ho venduto la macchina e sto qui finchè riesco, quando finiscono torno a casa. In assoluto al miglior risposta da quando sono in Australia. Non sono ancora entrato nella mentalità del surfer, che cmq ho notato essere diversa da quella del turista, questa gente è qui a fare quello che ama, quello che sente, non sono interessati a sbronzarsi come la mandria qui sotto (i quali stanno bevendo delle cose che ho dovuto rifiutare, questo dovrebbe bastare a capire che razza di schifo possa essere…), loro alle 10.30 al massimo sono a letto, perché la mattina ci si deve svegliare presto per prendere le onde migliori; questa gente sembra non aver bisogno di grande compagnia, non sono alla ricerca di qualcuno con cui passare le giornate, hanno il mare come amico, sono qui per lui. Li invidio molto.
Non sono ancora pronto a questa vita, so che prima o poi lo sarò e di conseguenza non mi preoccupo molto anzi, parlare con questi ragazzi è stato molto confortante.
Purtroppo anche oggi niente onde, l’israeliano si alza alle 6 per vedere la champion’s league e ci comunica che il mare non è dalla nostra, la tristezza aleggia nella stanza, si mormora Sydney…
Passo la mia mattinata in spiaggia con il mio libro non molto divertente e una boogieboard; coloro che ancora non sanno, o che non sono portati per il surf escono con questa, io ne ho una in prestito dall’ostello, me l’hanno offerta nonostante io non sia più cliente; abbiamo molto da imparare da questi australi. Per l’una non ne posso più, rientro; trovo lungo la spiaggia tutta una linea di persone sedute a contemplare l’oceano, sono da soli o a coppie ma le facce sono diverse da quelle che c’erano a Sydney, non sono stanchi ne soddisfatti, sembrano un po’ delusi ma sanno che basta aspettare e tutto arriverà, decido che questi sono quelli veri.
Io passo un paio d’ore in bar, settore invece dove gli australi hanno parecchio da imparare, cerco avanti lavori, uno a cui ho scritto ieri mi ha risposto ma parla di 4 anni di studio, non mi è molto chiaro; vabbè io mando altri cv, verso le 4 saluto i miei baristi, che in 2 giorni non mi hanno mai fatto pagare 2 volte lo stesso prezzo per un caffè, e torno alla base, saluto i surfer e auguro loro buona fortuna, loro ricambiano augurandomi il surf.
Pranzo con una mela e una pera, ma la pera è andata, non ho tempo per comprare altro quindi salgo sull’autobus e vado, il viaggio verso Casino è bellissimo, vedo il tramonto sopra le valli dell’interno costa, i contrasti dei colori, finchè distinguibili, sono bellissimi. Quando il sole scende al punto da passare al controluce e rendere nero tutto ciò che prima era colorato entriamo in un dipinto techno, sopra le forme nere degli alberi e delle colline cominciano colori che dall’arancione, passano al giallo poi quasi verde per dissolversi in quello che resta dell’azzurro del cielo, il tutto colorato qua e la da qualche nuvoletta color pesca, spettacolo! Come l’alba di ieri.
Il buio è sceso quando arrivo a Casino, ovviamente il bancomat non funziona per pagare il biglietto, vado quindi all’atm più vicino, 4 isolati! Giunto a destinazione trovo in questo buco di città un McDonald’s e un KFC giganti, ma grandi al punto che credo possano contenere l’intera popolazione, un ardua decisione da prendere mi porta alla scelta di KFC, non lo mangio da Praga, vediamo com’è. Appena entro mi colpisce il cartellone di recruitment (si qui cercano qualcuno che lavori, e ci credo visto il posto), come arruolatore c’è un bambino, in America in genere c’è lo zio Sam, qui vedi i figoni che da KFC o cmq in una grande catena non ci lavorerebbero mai (credo che questo faccia parte del gioco), qui invece c’è un bambino, buh? Arrivo alla cassa e resto perplesso: i dipendenti sono effettivamente bambini! Nell’attesa per ordinare, riescono ad essere più lenti che in Italia, leggo meglio cosa dice il cartellone ed è veramente rivolto ai bambini, una trovata per tenere i giovani lontani dall’università, forse l’Australia va contro corrente: non vogliamo più laureati, sono troppi! Come teoria potrebbe anche stare in piedi. Cmq un disastro, sono lenti e incapaci e la responsabile che avrà 20 massimo 22 anni si sente in imbarazzo a darmi delle indicazioni stradali.
Dopo il mio lauto pasto mi ridirigo alla stazione e prendo il mio bel trenino, domattina sarò di nuovo a Sydney ma non considero questa gita come una missione fallita, anzi, torno perché ho appreso molto in questi 2 giorni; non saprei spiegarlo ma sono più vivo e pronto ad offrirmi per un lavoro, vorrei impiegare questa mia energia in qualcosa di utile, spero solo che qualcuno mi richiami, perché la cosa più frustrante durante queste ricerche è l’essere ignorati.
Il surf mi da già energia senza essere ancora salito su una tavola, non vedo l’ora di provare.
Considerazione odierna: si vede che non sono un backpacker, viaggio senza un cuscino…

martedì 29 aprile 2008

Anche il paradiso è noioso...

Arrivo all’alba, sono un po’ stanco ma tutto sommato va bene, ho dormito un po’ sul treno, un po’ sull’autobus, stavo per lasciare lo zaino con tutta l’elettronica a bordo e spedirla chissà dove… si, ho decisamente dormito. Fa freddo, non ci posso credere, fa freddo anche qua, avevo tirato fuori un maglione dallo zaino per usarlo come cuscino, senza pensarci 2 volte me lo metto addosso. La città è deserta, non mi aspettavo grandi feste ma Trieste sarebbe più viva; non trovo nemmeno l’ombra di un posto aperto, quindi vado in spiaggia a guardare l’alba, che spettacolo, ottima scelta! Lo spettacolo vale da solo il viaggio: il sole all’alba si riflette sull’oceano piatto, i riflessi cambiano al diminuire della profondità dell’acqua fino a confondersi con i colori del cielo sul bagnasciuga, bellissimo! Scatto qualche foto, mi prendo qualche momento contemplativo, poi mi congelo. Vado alla disperata ricerca di un bar e nel frattempo cerco anche un ostello, verso le 6.30 ho trovato entrambi, fortuna/sfortuna vuole che il bar abbia una connessione gratuita, questo significa che prima delle 9.30 non ho speranze di fare il check-in; spendo 13 soldi per la colazione, ormai non mi fanno più neanche effetto, so che morirò sepolto dai debiti in questo paese e non mi preoccupo più. Cazzeggio dunque cercando lavori on line, mi si avvicina un simpaticone che mi chiede se sono italiano, non sto scherzando ero solo e cmq questo l’ha capito, mi racconta che ha fatto il backpacker per 10 anni, ha fatto 2 volte il giro del mondo e più giri per l’Europa prima di tornare a casa; approfitto della sua cortesia per capire un po’ dove sono finito, lui mi spiega che questo è un posto magico, che quando arrivi non vuoi più andare via e che per questo trovare un lavoro qui è molto più difficile che nel resto del paese, solito ottimo inizio… mi da cmq qualche dritta su dove cercare e ci scambiamo i numeri di telefono, lo chiamerò in serata. Lo saluto e vado al check-in, ho trovato un bell’ostello per gli stessi soldi che pago a coogee, questo è decisamente più attrezzato, è enorme e sembra pieno di gente, ha anche la piscina; quando entro in camera c’è uno che dorme, si sveglia di li a poco e facciamo conoscenza, è un polacco che è qui da 2 mesi a fare surf, si ferma altri 2 ma continua a breve la sua discesa verso Sydney perchè qui non gli piace, ma non era che non si può più andare via? Dopo un po’ arriva un altro personaggio che si è appena spostato da un’altra stanza, è un israeliano che è qui per il surf, mi chiedo se c’è qualcuno che sia qui per un altro motivo, devo essere l’unico che cerca un lavoro; meglio penso.
Il sole comincia a farsi sentire quindi smetto il mio maglione e passo in modalità estiva, adesso funziona: braghe corte, maglietta e infradito, ottimo! Mi avventuro alla scoperta della città, decisamente non è come Sydney in mezz’ora ho fatto tutte le vie, tutte! Nel mio giro vedo l’agenzia del lavoro ma mi secca presentarmi in braghette corte, quindi finisco il giro, torno a casa, mi ricambio e torno all’agenzia con un aspetto più serio. La signorina alla reception è molto cortese e mi spiega che siamo in bassa stagione, che Byron bay è molto bella, e che quindi vengono molti turisti… insomma ci mette 2 ore per dirmi che sono arrivato nella stagione sbagliata, praticamente lo devo dire io perché lei non voleva deludere le mie aspettative… mi da un foglietto per i backpacker con una serie di siti che potrebbero aiutarmi, prima di andarmene le chiedo se vengono spesso turisti del mio tipo a chiedere lavori e lei con una faccia dispiaciuta mi risponde che si, in estate c’è qualcuno che chiede ma che in inverno non molti… ok è ufficiale: sono l’unico che qui cerca un lavoro. Mi ricambio e opto per la spiaggia, ecco dove sono tutti, sembra pieno come fossimo in alta stagione, ma da domani perfino i prezzi delle stanze si abbassano. La mia idea prende sempre più piede, nessuno sembra neanche sfiorato dall’idea di fare qualcosa di diverso dalla vacanza, che sogno, in effetti perché uno dovrebbe? La prima cosa a saltare all’occhio è la quantità di ragazze rispetto ai maschi, è pieno e sono a coppie o sole a cucinarsi distese sotto i famigerati raggi UV australiani. I gruppi di ragazzi giocano a football o fanno un po’ di surf, dico un po’ perché le onde non sembrano un granchè. Cmq è il paradiso sia per una coppia di fidanzatini che per un gruppo di amici, si sta bene per forza e capisco a pieno quello che c’è scritto su tutti i depliant di questo posto: sit back and let the days go… è veramente rilassante, solo io non mi rilasso. Vado alla ricerca di quotidiani, ne compro un paio, tra 10 mi faccio consigliare quali sono quelli con più offerte di lavoro, spendo 5.50 soldi per 2 quotidiani, mi scappa qualcosa in italiano che la signora comprende non essere nulla di buono, si mette a ridere. Torno alla spiaggia e mi metto alla ricerca, deprimente; gli unici lavori possibili mi rispondono chiedendomi quanti anni ho e quanto tempo conto di restare, gli altri specificano di non chiamare se non per contratti definitivi, quindi non possibili con la mia visa che permette un max di 6 mesi nello stesso posto. Un problema che non avevo preso in considerazione: nessuno vuole uno che dopo pochi mesi (o settimane) va via. L’unico posto che non mi pianta al telefono è una friggitoria che ha bisogno di 38 ore settimanali di notte… sembra divertente ma non così esaltante, ecco perché non mi disprezzano; la nota positiva della cosa è che sostengo un certo numero di telefonate senza troppe difficoltà e senza dover far ripetere le cose 2 volte, scarterei quindi l’handicap della lingua. Resto in spiaggia fino alle 2 poi non ne posso più, il libro che mi sono portato non è tra i più divertenti del mondo, spiega come i tibetani si preparano alla morte, certo potevo anche immaginare che non fosse il massimo ma il titolo mi aveva incuriosito.
Preso dalla noia torno nel bar di questa mattina, dove passo 5 ore bevendo 2 caffè, mi sento un po’ uno scroccone ma a 4 soldi a caffè mi sembra eccessivo ordinare avanti e considerando che di guadagnare si continua a non parlarne nemmeno… mi metto alla ricerca di lavori a Sydney, in linea con Annie che da casa con l’aiuto di Steve mi corregge e mi impagina all’inglese il curriculum, una volta finito io ho una lista di lavori a cui spedirlo; 5 sono per cuoco o aiuto in cucina, gli altri 2 invece sono uno per fotografo freelance e uno per elaborazione immagini, non che io sia preparato in alcun modo ma farei volentieri l’interview, almeno per vedere come va, posso sempre studiare. Alle 7.30 abbandono il mio tavolino, i camerieri sono simpaticissimi, ho chiesto più volte se volevano che liberassi ma hanno insistito sul fatto che non ci sono problemi, molto cordiali, in Italia non sarebbe stato così. Mi reco al market per comprare la cena, il mio budget è ridotto, trovo i noodles liofilizzati e non resisto, 1.20 soldi, per la colazione di stamattina erano 13… so much better! Mi sembra NY con la pasta al formaggio, anche se questi sono meglio. Dialogo un po’ con la gente a cena ma non sono molto divertenti, non sono minimamente all’altezza di Kat e Josh, questi sono tutti qui al cazzeggio, sembra di stare in un villaggio vacanze, i gruppi sono tutti più o meno formati e io non ho molto da condividere con quasi nessuno, ovviamente sono l’unico italiano. Avrei dovuto chiamare il simpaticone di sta mattina ma me ne sono dimenticato e adesso mi sembra tardi, mi sposto quindi nella sala tv dove scrivo spaparanzato in poltrona guardando un film coi ragazzuoli.
Devo capire cosa c’è che non va prima dei 40 anni,perché sospetto che come limite sia un pelo tardi, non è umanante possibile annoiarsi dopo solo 6 ore in un posto come questo! Sono in una cartolina e non mi diverto cmq, questo non è bene… devo divertirmi!!!

lunedì 28 aprile 2008

Nuova missione


Sveglia per le 8, o meglio: sveglio alle 6.30 ma mi rigiro volentieri per un pezzo nel letto, che bello riuscire a dormire… con tutta calma faccio colazione, doccia, barba e denti, poi mi avvio lungo la mia passeggiata fino da Annie. Arrivo per le 10 e la trovo tutta infaccendata che mentre ancora parla al telefono mi dice che dobbiamo andare via subito prima che torni Steve, immaginavo che questo momento sarebbe arrivato, il fatto che avessi piantato la valigia, lo zaino e tutta la mia elettronica la non era passato inosservato e considerando che Steve lavora in casa credo che si senta un po’ preso in giro, almeno questa sarebbe la mia sensazione. Preparo al volo le cose per muovermi fuori città, non ho ancora deciso se parto e in caso per dove, cmq so che se mi muovo vado al caldo quindi resto su armamenti leggeri; in 10 minuti siamo fuori. Prime cose da sistemare sono: procurarmi un tax file number, codice essenziale per pagare le tasse e quindi per un lavoro regolare e medicare, assicurazione sanitaria, a pranzo ho finito.
Nonostante io continui a sperare che Annie mi dica seriamente di restare, questa sua sicurezza non arriva, opto quindi per ripartire, non è ancora il momento; capisco perfettamente la situazione, è per questo motivo che avevo deciso di non piazzarmi direttamente a Sydney, vado a farmi un altro giretto australe, vedremo come andrà la prossima volta.
Nella più totale incertezza sul da farsi resto alla prima decisione: Byron Bay, sembrerebbe un luogo di culto per i neofiti e tutti gli appassionati in genere di surf, ovviamente non è questa il motivo primario della mia scelta, ma schifo non mi fa. In realtà ero combattuto tra questo posto o surfer’s paradise nella gold coast, che si trova qualche centinaio di km più a nord, decido che intanto mi fermo qui, poi in caso andrò avanti. Il mio obbiettivo questa volta è 2 settimane, voglio trovarmi un lavoro e vedere se riesco a non attingere ai fondi italiani, è chiaro che mi ci vorrà un po’ ma non dovrebbe essere impossibile; ovviamente ho appena scoperto che maggio, giugno e luglio sono i mesi più calmi per il fruit picking, l’attività più semplice e remunerativa per i backpackers, vorrà dire che cercherò qualcosa di similvero.
80 soldi sono sufficienti per l’acquisto del biglietto, il piccolo tratto che su una mappa si copre con un pollice viene in realtà percorso in 13.30 ore di treno, parto alle 4.20 da Sydney, cambierò alle 4 di mattina a Casino, quasi quasi qui mi fermo che dal nome promette bene, e poi in bus fino a Byron, arrivo previsto 5.50 di mattina, cosa farò a quell’ora solo Dio sa…
Bon in ogni caso vado speranzoso, se proprio va tutto male, se sarò l’unico a non trovare un lavoro in Australia, se non conoscerò nessuno con cui parlare e nessuno vorrà giocare con me, allora venderò tutto: computer, macchina fotografica, iphone e vestiti compro una tavola da surf e resto qui finchè ho soldi per mangiare… in caso poi una telefonata a casa troverò il modo di farla.

domenica 27 aprile 2008

Ancora gamberetti sul BBQ!


Sveglia a casa di Pritika, un po’ di mal di testa mi mancava… ero troppo tempo troppo sobrio, non ero sbronzo, quel che basta a parlare più fluente e non troppo da essere in difficoltà nel capire, insomma il giusto. Due dei ragazzi di ieri sono portoghesi trapiantati, quindi capirli non è un problema, Annie usa espressioni tipicamente inglesi o cmq fuori dal vocabolario che potrei aver imparato nella mia vita, ma a parte questo è abbastanza facile da capire; per quel che riguarda gli australiani invece… Ieri erano 3, diciamo che se parlano a me va tutto abbastanza bene, capisco il 70/80%, più che sufficiente per partecipare a qualunque discussione, se invece parlano tra di loro la comprensione scende al 50; il punto è che smettono di usare costruzioni complete, cosa che facciamo anche noi a casa, e se per caso manchi una volta il soggetto della frase, questo potrebbe non essere più nominato per un bel po’ rendendo difficile comprendere di cosa stanno parlando.
Oggi abbiamo la macchina! Nivi ha mandato un sms dicendo che ha parlato con l’assicurazione e che io posso guidare, così ha deciso di prestarci la macchina, fantastica!
Ci consiglia di andare verso sud a vedere il Royal national park, un parco enorme, con una strada che lo attraversa bellissima, la moto diventa una necessità, infatti è pieno di motociclisti.
Prima di arrivare ci fermiamo in un paesino e compriamo il pranzo, il bello di questo paese è che il pranzo lo andiamo a comprare in pescheria, spendiamo 42 soldi in gamberi, 4 giganteschi e 12 grandi, tutto freschissimo, o almeno così garantiscono.
Una volta raggiunto il punto del parco che ci sembra adatto è l’ora di pranzo, raggiungiamo la zona BBQ, troviamo una piastra libera e via: mettiamo ancora un paio di gamberetti sul BBQ! Stupendo.
Gustosissimi, cotti senza nulla neanche un filo d’olio, perfetti! Quelli grandi sono veramente gustosi, quelli giganti, decisamente diversi, in realtà non so bene cosa fossero perchè nonostante assomigliassero molto ai gamberoni avevano il sapore dell’astice, qualunque cosa fossero erano ottimi, gran pranzo!
Facciamo un giro per un paio di spiagge e poi esausti torniamo verso casa, prima volta che guido a sx, pensavo fosse più ostica la cosa invece mi sono abituato subito, le cose più difficili sono le frecce, ogni volta attivavo i tergicristalli e lo specchietto retrovisore centrale, le misure della macchina sono un po’ difficili da considerare ma a parte questi dettagli mi mimetizzavo perfettamente nella massa, tanto qui guidano malissimo. Cena da Nivi e Steve e poi tornerò al mio bell’ostello, domani deciderò il mio futuro!