Arrivo all’alba, sono un po’ stanco ma tutto sommato va bene, ho dormito un po’ sul treno, un po’ sull’autobus, stavo per lasciare lo zaino con tutta l’elettronica a bordo e spedirla chissà dove… si, ho decisamente dormito. Fa freddo, non ci posso credere, fa freddo anche qua, avevo tirato fuori un maglione dallo zaino per usarlo come cuscino, senza pensarci 2 volte me lo metto addosso. La città è deserta, non mi aspettavo grandi feste ma Trieste sarebbe più viva; non trovo nemmeno l’ombra di un posto aperto, quindi vado in spiaggia a guardare l’alba, che spettacolo, ottima scelta! Lo spettacolo vale da solo il viaggio: il sole all’alba si riflette sull’oceano piatto, i riflessi cambiano al diminuire della profondità dell’acqua fino a confondersi con i colori del cielo sul bagnasciuga, bellissimo! Scatto qualche foto, mi prendo qualche momento contemplativo, poi mi congelo. Vado alla disperata ricerca di un bar e nel frattempo cerco anche un ostello, verso le 6.30 ho trovato entrambi, fortuna/sfortuna vuole che il bar abbia una connessione gratuita, questo significa che prima delle 9.30 non ho speranze di fare il check-in; spendo 13 soldi per la colazione, ormai non mi fanno più neanche effetto, so che morirò sepolto dai debiti in questo paese e non mi preoccupo più. Cazzeggio dunque cercando lavori on line, mi si avvicina un simpaticone che mi chiede se sono italiano, non sto scherzando ero solo e cmq questo l’ha capito, mi racconta che ha fatto il backpacker per 10 anni, ha fatto 2 volte il giro del mondo e più giri per l’Europa prima di tornare a casa; approfitto della sua cortesia per capire un po’ dove sono finito, lui mi spiega che questo è un posto magico, che quando arrivi non vuoi più andare via e che per questo trovare un lavoro qui è molto più difficile che nel resto del paese, solito ottimo inizio… mi da cmq qualche dritta su dove cercare e ci scambiamo i numeri di telefono, lo chiamerò in serata. Lo saluto e vado al check-in, ho trovato un bell’ostello per gli stessi soldi che pago a coogee, questo è decisamente più attrezzato, è enorme e sembra pieno di gente, ha anche la piscina; quando entro in camera c’è uno che dorme, si sveglia di li a poco e facciamo conoscenza, è un polacco che è qui da 2 mesi a fare surf, si ferma altri 2 ma continua a breve la sua discesa verso Sydney perchè qui non gli piace, ma non era che non si può più andare via? Dopo un po’ arriva un altro personaggio che si è appena spostato da un’altra stanza, è un israeliano che è qui per il surf, mi chiedo se c’è qualcuno che sia qui per un altro motivo, devo essere l’unico che cerca un lavoro; meglio penso.
Il sole comincia a farsi sentire quindi smetto il mio maglione e passo in modalità estiva, adesso funziona: braghe corte, maglietta e infradito, ottimo! Mi avventuro alla scoperta della città, decisamente non è come Sydney in mezz’ora ho fatto tutte le vie, tutte! Nel mio giro vedo l’agenzia del lavoro ma mi secca presentarmi in braghette corte, quindi finisco il giro, torno a casa, mi ricambio e torno all’agenzia con un aspetto più serio. La signorina alla reception è molto cortese e mi spiega che siamo in bassa stagione, che Byron bay è molto bella, e che quindi vengono molti turisti… insomma ci mette 2 ore per dirmi che sono arrivato nella stagione sbagliata, praticamente lo devo dire io perché lei non voleva deludere le mie aspettative… mi da un foglietto per i backpacker con una serie di siti che potrebbero aiutarmi, prima di andarmene le chiedo se vengono spesso turisti del mio tipo a chiedere lavori e lei con una faccia dispiaciuta mi risponde che si, in estate c’è qualcuno che chiede ma che in inverno non molti… ok è ufficiale: sono l’unico che qui cerca un lavoro. Mi ricambio e opto per la spiaggia, ecco dove sono tutti, sembra pieno come fossimo in alta stagione, ma da domani perfino i prezzi delle stanze si abbassano. La mia idea prende sempre più piede, nessuno sembra neanche sfiorato dall’idea di fare qualcosa di diverso dalla vacanza, che sogno, in effetti perché uno dovrebbe? La prima cosa a saltare all’occhio è la quantità di ragazze rispetto ai maschi, è pieno e sono a coppie o sole a cucinarsi distese sotto i famigerati raggi UV australiani. I gruppi di ragazzi giocano a football o fanno un po’ di surf, dico un po’ perché le onde non sembrano un granchè. Cmq è il paradiso sia per una coppia di fidanzatini che per un gruppo di amici, si sta bene per forza e capisco a pieno quello che c’è scritto su tutti i depliant di questo posto: sit back and let the days go… è veramente rilassante, solo io non mi rilasso. Vado alla ricerca di quotidiani, ne compro un paio, tra 10 mi faccio consigliare quali sono quelli con più offerte di lavoro, spendo 5.50 soldi per 2 quotidiani, mi scappa qualcosa in italiano che la signora comprende non essere nulla di buono, si mette a ridere. Torno alla spiaggia e mi metto alla ricerca, deprimente; gli unici lavori possibili mi rispondono chiedendomi quanti anni ho e quanto tempo conto di restare, gli altri specificano di non chiamare se non per contratti definitivi, quindi non possibili con la mia visa che permette un max di 6 mesi nello stesso posto. Un problema che non avevo preso in considerazione: nessuno vuole uno che dopo pochi mesi (o settimane) va via. L’unico posto che non mi pianta al telefono è una friggitoria che ha bisogno di 38 ore settimanali di notte… sembra divertente ma non così esaltante, ecco perché non mi disprezzano; la nota positiva della cosa è che sostengo un certo numero di telefonate senza troppe difficoltà e senza dover far ripetere le cose 2 volte, scarterei quindi l’handicap della lingua. Resto in spiaggia fino alle 2 poi non ne posso più, il libro che mi sono portato non è tra i più divertenti del mondo, spiega come i tibetani si preparano alla morte, certo potevo anche immaginare che non fosse il massimo ma il titolo mi aveva incuriosito.
Preso dalla noia torno nel bar di questa mattina, dove passo 5 ore bevendo 2 caffè, mi sento un po’ uno scroccone ma a 4 soldi a caffè mi sembra eccessivo ordinare avanti e considerando che di guadagnare si continua a non parlarne nemmeno… mi metto alla ricerca di lavori a Sydney, in linea con Annie che da casa con l’aiuto di Steve mi corregge e mi impagina all’inglese il curriculum, una volta finito io ho una lista di lavori a cui spedirlo; 5 sono per cuoco o aiuto in cucina, gli altri 2 invece sono uno per fotografo freelance e uno per elaborazione immagini, non che io sia preparato in alcun modo ma farei volentieri l’interview, almeno per vedere come va, posso sempre studiare. Alle 7.30 abbandono il mio tavolino, i camerieri sono simpaticissimi, ho chiesto più volte se volevano che liberassi ma hanno insistito sul fatto che non ci sono problemi, molto cordiali, in Italia non sarebbe stato così. Mi reco al market per comprare la cena, il mio budget è ridotto, trovo i noodles liofilizzati e non resisto, 1.20 soldi, per la colazione di stamattina erano 13… so much better! Mi sembra NY con la pasta al formaggio, anche se questi sono meglio. Dialogo un po’ con la gente a cena ma non sono molto divertenti, non sono minimamente all’altezza di Kat e Josh, questi sono tutti qui al cazzeggio, sembra di stare in un villaggio vacanze, i gruppi sono tutti più o meno formati e io non ho molto da condividere con quasi nessuno, ovviamente sono l’unico italiano. Avrei dovuto chiamare il simpaticone di sta mattina ma me ne sono dimenticato e adesso mi sembra tardi, mi sposto quindi nella sala tv dove scrivo spaparanzato in poltrona guardando un film coi ragazzuoli.
Devo capire cosa c’è che non va prima dei 40 anni,perché sospetto che come limite sia un pelo tardi, non è umanante possibile annoiarsi dopo solo 6 ore in un posto come questo! Sono in una cartolina e non mi diverto cmq, questo non è bene… devo divertirmi!!!
diario del viaggio australe del roccolino più amato di tutta via san francesco
martedì 29 aprile 2008
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1 commento:
Giusto ragazzo, ma divertirsi è cosa riservata a chi sa il fatto suo! Ogni posto nuovo è una opportunità per misurarsi con sè stessi, andarsene significare negarsi questa possibilità.
Ottimi esercizi, il miglior divertimento è ancora dietro l'angolo però.
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