diario del viaggio australe del roccolino più amato di tutta via san francesco

giovedì 5 marzo 2009

Welcome to the jungle

1 marzo

Huoey xay, o qualcosa su questo genere, non e' esattamente la cittá in cui ci si vorrebbe trovare. E' composta da un tratto di strada intorno al punto dove c'è il confine; e' costellata da guest houses e ristorantini medio brutti, ciò nonostante e' piena di backpackers. La mattina del 26, dopo la seconda notte di sveglia alle 4 per via di galli e monaci, ci presentiamo alla sede del gibbon experience, il nostro gruppo (8 persone) viene imbarcato su una jeep, 4 dentro e altri 4 in cassone dietro, e cosi sistemati partiamo. Il tragitto dalla cittá, se così ai può chiamare, al parco dura due ore, Durante le quali maledico chi ha costruito il cassone, ovviamente mica eravamo dentro noi... Arriviamo verso le 11 all'ultimo villaggio prima della giungla, li finisce la strada guidabile e, zaini in spalla, partiamo per questa avventura ignota. Gibbon experience e' un progetto di turismo eco-solidale realizzato dai locali su progetto occidentale, per farla semplice: i francesi hanno suggerito il progetto e curato tutti gli aspetti organizzativi, i laotiani lo hanno realizzato e lo gestiscono, i soldi rimangono nel paese e servono a creare delle nuove figure lavorative: i rangers.

Eravamo rimasti alle 11, partiamo a piedi e dopo meno di 5 minuti siamo tra gli alberi, la temperatura e' perfetta e camminiamo abbastanza in fretta, un panino per pranzo e verso le 2 siamo a meta'strada dove facciamo una pausa di riposo e ci vengono date le imbragature: un imbrago da roccia (non so il nome tecnico) con agganciata una slitta e un cavo di sicurezza. Da lì, dopo le solite foto ridicole per il nuovo abbigliamento, ripartiamo destinazione case sugli alberi. Non passa molto prima di testare il funzionamento di slitta e imbrago, era ovvio infatti che la montagna non potesse salire per sempre, e così giunti in cima finalmente abbiamo una visione più chiara della nostra giungla.

Un alternarsi di picchi e valli più o meno infinito con la nebbia pesante che fa da contrasto al cielo azzurro, uno spettacolo incredibile; ovviamente non e' pensabile andare su e giù per le montagne, quindi hanno passato dei grossi cavi d'acciaio da una montagna all'altra e la gente scorre appesa a questi imbraghi ad una velocità pazzesca su altezze che facilmente raggiungono i 150 metri. Un esperienza che toglie abbastanza il fiato, la prima volta ho avuto seriamente paura. Cmq dopo un paio di corse sui cavi raggiungiamo finalmente la casa, una struttura tonda costruita su di un albero, a 30 metri da terra, ovviamente raggiungibile solamente con i cavi.

La vista e' incredibile in tutte le direzioni, e siamo veramente nella casa sugli alberi che tutti almeno una volta hanno sognato di costruire... La nostra guida a questo punto ci abbandona e va a cucinare la cena, noi esausti ci riprendiamo dalla scarpinata. Io parto per un paio di giri esplorativi della montagna (e per farmi quante più corse possibili sui cavi) poi verso le 5 torno sull'albero che la cena e' pronta. Ovviamente non c'e corrente (acqua potabile si però) e con il sole che tramonta alle 6.30 la cena dev'essere attorno alle 5, noi cmq, morti di stanchezza, siamo tutti a letto alle 7.

A parte noi 4 ci sono 3 tedeschi, padre simpatico con 2 figli molto poco socievoli e un'australiana simpatica che si chiama annie; ovviamente la adottiamo peccato che non si riesca a trovare una sintonia con i crucchi, non sembravano molto interessati. La mattina siamo in piedi alle 6, la notte di dormire se ne è parlato ben poco: tra caldo per via della rete antizanzare e i rumori del bosco, avro' dormito forse 3 ore; cmq la nostra guida ci porta in spedizione alle 6.30 per vedere se troviamo qualche animale curioso: niente da fare, 1 ora e mezza di scarpinata a vuoto; si torna per colazione e poi via di nuovo.

Riprendiamo tutta la ns roba e ci spostiamo nuovamente; a pranzo ci si ferma vicino una cascata di cui approfittiamo per un bagno e incontriamo l'altro gruppo di 8 con il quale stiamo scambiando casa, noi li mettiamo in guardia sul nido di vespe che c'è in bagno e loro ci avvertono dei topi che scorazzano la notte...
Seconda casa più semplice della prima e anche un po' più bassa ma con vista aperta su una vallata col fiume in mezzo, incredibile.

A nanna alle 7, con buio ormai pesto, tempo 10 minuti si sentono i primi litigi topeschi ma dopo il primo morto nella trappola si calmano un po'; non sara' una notte semplice nemmeno questa. Nota da ricordare: la Annie australiana non e' troppo felice di dormire con nessuno dei tedeschi quindi organizziamo un grande letto per tre e io dormo con 2 Annie!

La mattina del terzo giorno solita sveglia all'alba e colazione alla cascata, durante tutta la permanenza abbiamo mangiato colazione pranzo e cena alla stessa maniera: un enorme cesto di riso bianco e diversi pentolini di gustosissime verdure scottate, tutto veramente delizioso ma la mattina non si sposano molto bene con il caffè, specialmente con il caffè laotiano. Fatta colazione ci incanminiamo per la marcia conclusiva che ci riporta al campo base, questa volta dopo una lunga salita e una lunghissima discesa nella giungla affrontiamo una pianura dove si suda molto di più e dove si incontrano oltre ai fiumi e gli alberi di banane anche qualche campicello di papaveri da oppio nascosto qua e la... Siamo alla base verso le 11.30 e torneremo a huoxay (circa) verso le 3, gibbon incontrati: 0, ma che esperienza!


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