diario del viaggio australe del roccolino più amato di tutta via san francesco

mercoledì 3 settembre 2008

pensieri

Primi momenti di debolezza, doveva succedere prima o poi. In questi ultimi giorni il mio, ma potrei dire il nostro, entusiasmo ha avuto qualche momento di down. Credo che il motivo principale sia il non essere capaci di prendere una decisione; ci ritroviamo a rifare gli stessi discorsi del mese passato e intanto le settimane passano, troppo in fretta.
Non so se posso parlare per entrambi ma è come se ci stessimo perdendo, o meglio è come se mi stessi perdendo in questa nuova vita che è così diversa da quella che conoscevo.
Per fortuna l’energia intorno a me è tanta da compensare la mia incertezza, e questo mi tiene in piedi, ma il rimanere in piedi non basta, non è questo il fine; guardare il tempo che va e ritrovarsi sempre allo stesso punto è triste, magari poteva non esserlo a Trieste dove trovare una scusa per giustificare il non far nulla è lo sport preferito (si si ok, non generalizzo, il mio sport preferito), ma qui, con tutto questo potenziale è deprimente.
Vedo attorno a me persone brillanti che sanno esattamente da dove vengono e dove stanno andando, vedo coetanei che hanno finito di studiare (e di viaggiare) da un pezzo e sono alla guida di una vita che gli appartiene, che volenti o nolenti hanno costruito, non che gli si è formata davanti più per caso che altro.
Non che io non abbia mai visto tutto questo, ma quelli che a casa mi sembrano una rarità da ammirare qui sono la stragrande maggioranza; io adesso mi ritrovo in mezzo a loro e devo confrontarmi con il fatto che tirando le somme, io non ho mai fatto nulla.
Una differenza che mi fa notare grandi cambiamenti è che non mi rapporto con l’altra gente (almeno non così spesso), non c’entra quello che gli altri hanno o non hanno fatto, quello che sanno rispetto a quello che so, non è una gara in cui c’è un primo posto, sto lentamente prendendo coscienza che non sono ne speciale ne superiore, ho studiato poco e di conseguenza so poco, nulla di particolarmente preoccupante ma rendersene conto è un po’ triste…
Questi pensieri, se pur certamente portano un po’ di malinconia e sembrano togliere ancora più certezze sono la base necessaria a ricostruire la mia persona; un mese fa sono riuscito ad inquadrare i miei interessi, lavorando su quei tre punti ho cominciato a trovare le mie più evidenti lacune, da li in poi capire l’origine di queste mancanze non è stato molto difficile. Sono convinto che tutto questo sia un processo costruttivo quindi qualcosa di cui essere felici e ancora una volta sono certo che tutto questo, a Trieste, non sarebbe mai successo.
Finito il mio momento di autoanalisi pubblica qui la vita procede in fretta, come ho detto prima troppo in fretta; praticamente senza che me ne accorgessi sono qui da 5 mesi, ormai usciamo regolarmente con Gillian che sta quasi per proclamarci suoi amici (nonostante non siamo irlandesi), il lavoro è sempre più noioso ma continua a permettermi un tenore di vita più che decoroso, quindi tutto sommato direi che va bene.
Oggi dovevo avere un interview che aspettavo da una settimana ma questa mattina mi hanno chiamato per rimandare l’appuntamento perché il recruiter era malato; ieri ho recuperato l’auto che alla prima uscita ha rotto la pedaliera e ha trascorso il fine settimana in vacanza dal meccanico. Questi dopo avermela resa mi ha tranquillizzato dicendomi che sembra tutto in ordine e che il guasto subito è tra i più comuni su questa macchina.
Il mio corso invece prosegue un po’ a rilento, probabilmente per via del fatto che il mio morale che non è alle stelle avverto di più la stanchezza, e in questi ultimi giorni il divano ha vinto sullo studio.
Devo farmi forza e convincermi che posso fare quello che voglio, sto già facendo quello che voglio solo che ancora non ci credo, penso che questo sarà il mio più grande ostacolo, capacitarmi del fatto che pur non essendo particolarmente speciale posso realizzare quello che voglio, (resta sempre il problema di cosa voglio ma adesso ho degli indizi…).
Saluti e baci da un rokorollo in crescita.