diario del viaggio australe del roccolino più amato di tutta via san francesco

venerdì 16 gennaio 2009

sonnooooo


Questo viaggio e’ pazzesco, viaggiare in macchina e’ l’unico modo per capire come sia distribuita geograficamente l’Australia; per sapere che ci sono solo 4 grandi citta’ e forse altre 5 degne di tale nome basta una cartina; quello che non si puo’ capire se non vedendola e’ la grandezza demografica di quei puntini sulla mappa con a fianco un nome. Viaggiando una media di 150 km al giorno ne attraversiamo 2 o 3 (non c’e null’altro per km e km), e quei puntini che aspettiamo di incontrare sono riempiti da una pompa di benzina, un mercato/drogheria, (spesso uniti cosi’ da formare il businness della citta’) una sorta di tavola calda e, a scelta, un numero limitato di servizi da scegliere tra posta, banca o un ambulatorio di base; se un paese dovesse riuscire ad averli tutti e 3 ecco che subito di distinguere dagli altri e viene promosso a citta’. I negozioni che incontriamo durante le nostre visite sono i piu’ vari e imperdibili, c’e’ generalmente il negozio dei vestiti usati e quello dei vestiti buoni, spesso e’ difficile dire la differenza tra i due; c’e’ poi quasi sempre un negozio di mobili, perche’ e’ risaputo che gli australiani cambino l’arredamento molto spesso, almeno quanto i turisti che vengono a scegliere i loro mobili nel nulla cosmico.
Il nostro viaggio procede fino a Eden, che gia’ dal nome si propone come paradiso in mezzo a un bellissimo nulla, il quale potrebbe serenamente essere inteso come un purgatorio dal quale non si puo’ uscire; durante la strada ci fermiamo qua e la, per un pranzo e un bagno; perche’ una cosa e’ certa: di spiagge non ne mancano. Eden si sviluppa lungo la strada principale, che e’ quella che sulla cartina e’ segnata come autostrada, e’ una citta’ in quanto ha tutti e 3 i servizi di base, in piu’ ha un pub dove dormiamo, due tavole calde e due cafe’, un vero supermecato e addirittura un ristorante cinese, a chi sia venuto in mente di aprire un cinese li, per me, rimarra’ un mistero. I negozi a Eden sono i piu’ vari che incontriamo da giorni e presi dall’euforia ci compriamo un mazzo di carte da 2 soldoni.
Investiamo invece 33$ in gamberi e la sera verso le 7.30 guidiamo fino alla collina adiacente dove troviamo una piastra pubblica e una panca che ci mostra un bellissimo tramonto.
La mia, ormai quasi persa, abilita’ culinaria non ha modo di farsi vedere molto, in quanto le piastre hanno un'unica temperatura e tutto quello che il cuoco puo’ fare e’ stare attento che i cibi non si attacchino fin quando non li reputa pronti; cucino tutto con salsa di soia, che sembra inquietare molto Efrem, ma fino ad ora, non ho ancora sbagliato un colpo…
Stanchi morti andiamno a letto presto, la sequenza per la ritirata e’: Efrem, Annie, Rocco e Sean, che dopo l’avvertimento di Annie, ha deciso di fare il bravo e restare nel limite del decente, ma non essendo abituato a coricarsi alle 10, e non potendo andare a bere al bar, decide per un paio di partite a solitario con il nostro nuovo mazzo di carte.
Mi sveglio alle 6.30 e vedo Efrem in piedi che si sta preparando, oggi siamo in modalita’ sportiva, mi metto anch’io in costume da bagno e ciabatte, e usciamo alla volta della spiaggia. Siamo di ritorno verso le 8.15 dopo una corsa sul bagnasciuga di 3/4 km un po’ di flessioni e una nuotata; facciamo colazione assieme ad Annie e poi raccattiamo Sean per ritornare tutti assieme alla spiaggia. Lasciamo Eden verso le 11.30 ma poco dopo il tempo cambia e le nuvole ci costringono a rimontare il tetto; abbandoniamo il luogo di sosta che avevo deciso per via del brutto tempo e decidiamo di viaggiare fino alla sosta successiva. 230 km e siamo a Lakes Entrance, un altra citta’ a pieno merito (questa ha addirittura un McDonalds…) dove piantiamo le tende in un campeggio tranquillo ai bordi della citta’.
La sera io e Annie ci facciamo un trancio di salmone, un paio di polipi e un assaggio di cozze sulla piastra, saremo anche in campeggio, ma mangiamo meglio che a Sydney… La sera Efrem va a dormire alle nove cotto, sono giorni che gli fa male un dente, e tra un lamento e un antidolorifico e’ stanchissimo. Noi tre andiamo in spiaggia a vedere le stelle (migliaia e migliaia, uno spettacolo bellissimo), provo a fotografarle, ma con una manovra errata rompo la vite che attacca la macchina al cavalletto e a mano libera le stelle non vengono una meraviglia. Andiamo a letto verso le 11 e qui comincia l’incubo: non ho considerato che non siamo in Croazia e che qui le temperature di notte scendono parecchio, tutti gli asciugamani che usiamo per coprirci non sono sufficienti e passiamo una notte insonne a battere i denti dal freddo. Decido di abbandonare la tenda verso le 7 e adesso sono a scrivere il mio post da insonne, il tempo non e’ granche’ e io sono stanchissimo, vedremo come continuera’ questa giornata…

mercoledì 14 gennaio 2009

verso sud

Ieri mattina sveglia nell’ostello birreria con tutta calma, troppa calma; lasciamo il posto alle 11 e tra una gita turistica del paese, che non prende piu’ di 5 minuti, e la sistemazione della macchina, ci mettiamo in viaggio tardissimo. Ci fermiamo praticamente subito nella metropoli di Ulladulla, citta’ talmente importante che non rientra nelle cartine, qui abusiamo dell’ufficio postale per spedire le 28 cose che ci eravamo dimenticati da Sydney e depositare finalmente i risparmi della musina; faccio aspettare tutti e mi controllo la posta nel visitor centre, nulla di interessante, soprattutto sul fronte iphone.
E’ l’una quando finalmente si parte sul serio, viaggiamo per un’ora in tutta tranquillita’, la giornata e’ bellissima e viaggiare nel NSW e’ estremamente rilassante; non c’e’ assolutamente nulla per km e km se non distese infinite di alberi su entrambi i lati della strada, ogni tanto c’e’ una radura, qualche fiumiciattolo ed ecco che subito spunta una fattoria; sembra veramente un telefilm.
Ci fermiamo a pranzo a Batesman Bay, per un fish and chips sul mare, pranziamo con un delfino che si fa vedere a 20 metri e le mante che ci nuotano vicinissime; saranno poi mante? Quei pesci piatti, larghissimi che hanno una sorta di uncino come coda. Non sono sicuro del nome italiano qui li chiamano Stingray.
Dopo una passeggiata per il paese, decisamente troppo turistico, ci rimettiamo in viaggio e appena fuori dal centro siamo di nuovo circondati da foreste infinite; mi piace proprio guidare per queste strade anche se non posso fare a meno di pensare a cosa farei in caso di un qualunque guasto della macchina…
Raggiungiamo la nostra meta verso le 4, troviamo l’ostello e per 26 soldoni a testa ci affittiamo una stanza; la macchina si scarica in un lampo e in men che non si dica siamo in spiaggia. Una distesa di sabbia infinita disegnata dalle onde; appena arrivati un cartello ci avverte delle forti correnti verso sud, scopriamo cosa significhi appena entrati in acqua. Efrem e Annie non passano l’altezza ginocchia, fare il bagno qui e’ un’impresa che richiede una certa abilita’ in quanto ci sono onde in frontale a sollevarci e corrente dal lato a spostarci; se non si sta attenti si rischi di finire in un turbine combinato dalle due ed essere capovolti a testa in giu’… Io ovviamente mi diverto e gioco con le onde per mezz’ora, la mia missione e’ arrivare fino a dove il tunnel vero e proprio si forma, missione che purtroppo non riesco a portare a termine, le correnti sono troppo forti da combattere anche per chi come me si sente quasi un supereroe…
Una bella passeggiata sulla spiaggia e poi verso le 6.30 torniamo a casa, un cambio veloce e andiamo ad esplorare la citta’, 5 minuti a piedi e facciamo il giro di tutto quello che c’e’ da vedere, e tutto e’ ovviamente chiuso; quindi spesa, doccia e BBQ. Serata in ostello a giocare a carte, molto backpackers… Io e Annie andiamo a dormire per le 11.30 mentre gli altri rimangono fuori per una sigaretta, tornano due ore dopo con Sean devastato. E’ evidente che il ragazzo ha dei problemi con l’alcool, e’ di nuovo totalmente ubriaco da non riuscire a stare in piedi, sembrerebbe abbiano incontrato due svizzeri e della vodka. Mentre Efrem (che e’ perfettamente a posto) si occupa di fargli da babysitter e lo sorregge, Sean si lamenta imprecando frasi senza senso ovviamente a squarciagola, si rialza dal letto in cui Efrem lo aveva fatto distendere per andare a dormire nel parcheggio sui sassi. Alle 4 di mattina ci sveglia con le sue lamentele e vado a recuperarlo, stava sognando decisamente ad alta voce, talmente alta da svegliare tutto l’ostello, lo trascino fino al letto e li lo abbandono. Non ho mai sentito dei versi del genere nemmeno da un animale… come si possa ridursi cosi’ per me rimane un mistero. Oggi sveglia presto, colazione blog e adesso si riparte, destinazione Eden.

lunedì 12 gennaio 2009

Road Trip!

Ah vacanza. L’ultima settimana di lavoro e’ volata in un lampo, il ruolo di supervisor non mi ha cambiato la vita in compenso ho fatto da insegnante al mio futuro sostituto, il che e’ stato parecchio divertente…
Il venerdi mi sono fermato per l’ultima volta in ufficio per bere un paio di birre con I colleghi ed e’ stato molto bello vedere come tutti sapessero che me ne andavo e siano venuti a salutarmi, ho passato mezz’ora a stingere mani e sentirmi milioni di auguri e ringraziamenti. Serata in giro fino a tardi con Annie Efrem Pritika e il fidanzato poi abbiamo raggiunto Gillian e la sua nuova fidanzata in kings cross, e li via a far festa.
Sabato mattina io e Annie siamo andati in missione posta, io dovevo spedire uno scatolone di vestiti e lei un’intera valigia; dopo esserci svegliati ovviamente tardi, aver girato 3 uffici postali e finalmente trovato parcheggio, abbiamo fatto un’anno di fila per sentirci dire che la mia scatola era troppo pesante e troppo grande; la valigia di Annie si sono direttamente rifiutati di pesarla. Quindi missione fallita, abbiamo per il momento abbandonato tutto da Nivi e ci penseremo al ritorno dal road trip… Sabato concluso con cena pomeridiana da Nivi e Steve, molto apprezzata come sempre, poi a nanna presto pronti per la partenza.
Domenica mattina l’intento di partire alle 10 e’ andato in cavalleria verso le 10.15, quando abbiamo realizzato che avevamo ancora un paio d’ore di lavoro davanti. Abbiamo spostato il letto di Gillian in camera nostra, liberato tutte le nostre cose e lasciato la mia valigia nella sun room, tra baci e abbracci andiamo via da casa verso l’una; una sosta rapida da Alice per un paio di cose in prestito e poi via finalmente da Sean. Ci presentiamo da lui alle 2 con un maggiolino che piu’ pieno non si puo’, in qualche maniera riusciamo a mettere anche le sue cose in macchina e finalmente si parte.
Guido per qualche ora verso sud, mi inoltro nella gran pacifc drive, una strada che letteralmente e’ costruita sull’acqua, l’umore e’ alto, il maggiolino cabrio va’ sereno e io con il mio cappello di pelle sto che e’ una meraviglia, Efrem ha il mio sombrero in testa, quindi dato che mi oscura totalmente la visuale lo caccio dietro. Verso le 5 il tempo comincia a peggiorare e le prime nuvole si fanno vedere, non passa molto che comincia a piovere, arriviamo al campeggio (booderee national park) verso le 6.30 e montiamo le tende sotto la pioggia, nulla di pesante ma comunque fastidioso; una volta finito ci lanciamo sul BBQ a cucinare una bisteccona e dato che la piastra e’ al coperto passiamo li il resto della serata, un paio di bottiglie di vino e dei vicini di tenda canadesi ci fanno compagnia. Arrivando al campeggio abbiamo visto i wallabies (canguri in miniatura) e dopo cena ho avuto un incontro ravvicinato con un paio di opossum, sono addirittura riuscito ad accarezzarne uno. La mattina siamo andati alla reception per avvertire che siamo arrivati tardi e sistemare il conto, sentendo la signora parlare dei prezzi al telefono abbiamo deciso di chidere un preventivo prima di dirle che eravamo gia’ dentro e una volta scoperto che era 110$ per 2 gg, abbiamo deciso di levare le tende in fretta. Sbaraccato la piazzola dove abbiamo dormito parcheggiamo la macchina e andiamo in spiaggia, la giornata non e’ granche’ ma sabbia e mare meritano l’essere visti; pomeriggio facciamo un giro in un’altra zona del parco naturale, incontriamo un istrice (o almeno credo si chiami cosi’) una famiglia di canguri veri al completo, tutta una seria di koocabarra e una tartaruga d’acqua; abbiamo visto piu’ animali in 2 giorni che in 9 mesi… Ancora un paio di posti salienti del parco e ripartiamo verso sud, facciamo circa 40km prima di raggiungere Milton, un paese di circa 8/10 anime 5km prima di Ulladulla (grande metropoli internazionale, si parla di quasi 13.000 abitanti); ci prendiamo un paio di letti in una birreria che al piano superiore fa da alloggio per backpackers, inutile dire che siamo da soli…
Tra doccia e comodita’ di una stanza, con in piu’ l’aiuto di una cucina, un paio di birre e un tavolo da biliardo la serata passa in un lampo. Alle 11 sono a letto (Annie ci ha lasciato alle 9) e domani via pronti per una nuova tappa della nostra avventura australe appena cominciata…