Finalmente dopo la sosta prolungata riusciamo a lasciare Luang Prabang; il patrimonio dell'umanita' aveva cominciato un po' a stufare lo spirito, meno le gambe, molto più riposate.
Martedi, visto bello che stampato nel passaporto, prendiamo il volo su un autobus con le ali e lasciamo il Laos. Atterriamo un'ora dopo a Hanoi, il cui aereoporto fa subito intendere che questo e' un paese più evoluto. Dopo aver letto su tutte le guide notizie di tassisti terribili, che deviano di km dalla rotta stabilita e decidono per te l'albergo, decidiamo di dividere una macchina privata con un inglese conosciuto qualche giorno prima. Siamo in cittá alle 7 e alle 7.15 nella stanza da 15$ che terremo per 3 giorni.
La prima cosa che impressiona di Hanoi e'la guida, nessuna regola appare evidente, solo uno sciame di veicoli che si infilano senza pensarci troppo in ogni spazio possibile, lo strumento più usato e' il clacson, suonato quasi costantemente da tutti, mentre gli specchi non ci sono, chi mai dovrebbe guardare dietro?
I semafori non ci sono o salvo rare eccezzioni, sono spenti; arrivando ad un incrocio i vietnamiti rallentano e suonano il clacson per avvisare del loro arrivo, fine. Nessun problema se non fosse che questo accade contenporaneamente da 3 o 4 direzioni per incrocio (le 2 di marcia più gli eventuali contromanisti), tutto questo schivando i pedoni la cui unica possibilitá e affidarsi alla fede, qualunque essa sia, e andare.
Il rapporto motorini/auto e' 100/1 e la cosa dopo poco sembra normale; ho deciso che il tutto funziona per la totale non aggressivita' della loro guida, non esiste il concetto di passo prima io, c'e' un generale passiamo assieme accettato da tutti che rende la cosa possibile e funzionante; magnifico!
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diario del viaggio australe del roccolino più amato di tutta via san francesco
lunedì 16 marzo 2009
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