diario del viaggio australe del roccolino più amato di tutta via san francesco
sabato 3 gennaio 2009
back to normal
Ed eccomi qua, con la pancia gonfia e ancora 5 giorni di lavoro prima delle vacanze.
L'ultima volta che ho scritto un post Annie non era ancora tornata e io riponevo in lei le mie speranze per tornare alla serenita'. Beh, adesso e' tornata e come una raffica inattesa in un momento di piatta ha rigonfiato a pieno le mie vele.
La settimana del suo rientro e' volata in un lampo, siamo andati fuori a cena la sera stessa e invece di scegliere un ristorante ho optato per un piattone di sushi misti e una bottiglia di prosecco seduti su una roccia riparata di centennial park, serata perfetta; poi 2 giorni dopo, vigilia di Natale con meta' del mio ufficio, Efrem e Sean; serata finita verso le 2 con un sombrero gigante in testa trovato non so esattamente dove. Natale A casa di Nivi e Steve per un pranzo tranquillo che e' andato avanti fino alle 7, una volta a casa le nostre idee di una serata tranquilla sono state sconvolte dalle pazze irlandesi e via di nuovo festa fino a notte.
Un po' relax nei giorni seguenti per riprendersi dal natale, una gita alle blue mountains e una giornata mare a watson's bay rinvigoriscono il mio fisico, prima di tornare al lavoro.
Sabato mattina coinvolgo tutta la banda in una missione tatuaggio, sono mesi che ci penso e finalmente non ho piu' dubbi, so cosa e soprattutto so dove; arrivo al negozio con mezz'ora di anticipo sull'apertura, mi sento stupido all'inizio ma quando le porte si aprono ho 10 persone in fila dietro di me e la sentimento di stupidita' si e' trasformato in previdenza... Quando entro sono tutto tremante, mostro a uno dei tatuatori il disegno e mi viene proposto un preventivo di 280/300 soldi; sbianco, ci penso 30 secondi poi gentilmente declino e me ne vado sconsolato.
Nonostante Efrem continui a dirmi che secondo lui il prezzo e' piu' che adeguato io non sono convinto e in ogni caso non me lo posso permettere, sara' anche il miglior studio di Sydney (e ce ne sono centinaia) ma 300 soldi mi sembra proprio esagerato. Mi dirigo verso un'altro posto di cui avevo letto; entrando si ha tutta un altra impressione. Il primo studio, tutto lucido e spendente ricco di neon e disegni giganti sui muri, con un'harley in vetrina e tavolini bassi all'interno sembrava il tempio dei must-have; il secondo e' l'opposto: senza finestre con la porta disegnata da 1000 tatuaggi colorati, vetrinette stile ikea ma di almeno 20 anni, i tipici cataloghi con i tatuaggi standard appesi in grandi schedari sui muri e un certo numero di premi vinti nel corso degli anni. Il posto mi spaventa un po' ma allo stesso tempo mi da' un non so che di confidenza, chiedo un preventivo e mi viene detto 170; decisamente meglio, ma non voglio fare nulla di avventato quindi ringrazio e esco; voglio raccogliere ancora qualche informazione sul posto prima.
Lunedi al lavoro perdo un po' di tempo in rete, scopro cosi' che anche questo posto e' altamente raccomandato, che e' aperto dal 1984 (e non devono mai aver cambiato una virgola da allora) e che il proprietario tatua dagli anni '60. Le ottime recensioni mi rassicurano, come gia' sapevo in cuor mio questo e' il posto giusto.
Lunedi pomeriggio provo a tornare nello studio, ma la fila e’ improponibile, dovra’ chiamare Annie il giorno seguente per portare a termine la missione. Chiedo di fare con il proprietario, un tipo sulla sessantina, pancia imponente, canotta nera e infradito; ha tatuaggi ovunque, barba lunga non molto curata, sguardo cattivo e soprattuto non parla, grugnisce. Non c’e’ dubbio, questo non puo’ che fare il tatuatore nella vita, l’unica altra opzione sarebbe il biker, ma siccome ha uno studio di tatuaggi…
Per 30 minuti ho modo di testare un nuovo livello nella mia scala del dolore, una sofferenza inaudita ma alla fine il risultato e’ stupendo; l’uomo non parlante (lo chiamerei uomo bestia, ma con questo nome abbiamo gia’ battezzato qulcun altro) e’ riuscito a pieno nella sua missione, ha saputo disegnare con degli aghi i segni di una pennellata e una volta finito il lavoro, mi ha concesso anche un sorriso ed una stretta di mano. Sospetto che non mi parlasse perche’ non sembravo il tipico cliente dello studio, con le mie polo e i jeans lunghi ero decisamente anomalo, probabilmente il mio stare zitto e non fare le solite domande stupide da checchetta d’ufficio che si sta facendo il tatuaggio dal biker hanno calmato la sua ira.
Capodanno in spiaggia a bondi beach per quello che doveva essere un super party e’ stata l’unica nota dolente della settimana trascorsa, la festa era un aschifezza e la musica pure, e’ evidente che i gusti musicali e il concetto di festa che abbiamo in testa grazie ad anni di Slovenia sono decisamente diversi da quelli sydneiani. Venerdi al lavoro era l’ultimo giorno di Glenn, e’ partito per un paio di settimane di vacanza in Thailandia, lasciandomi in carica del training di un ragazzo nuovo e di parte dei suoi compiti. Adesso sono esclusivamente io a decidere se si possono cancellare o ridurre pagamenti importanti, prendere decisioni tipo: se, e in che maniera credere ai clienti e trovare soluzioni per incassare, insomma sono in charge… molto ridicolo.
Da lunedi comincia la mia ultima settimana, mi sembra incredibile che io sia riuscito a resistere tutto questo tempo; nonostante sia un lavoro noioso e palesemente senza futuro sono arrivato fino alla fine del contratto, e la cosa mi rende fiero.
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