diario del viaggio australe del roccolino più amato di tutta via san francesco

giovedì 24 luglio 2008

Telefono!!!!

La mattinata al lavoro è uguale a tutte le altre, svolgo le mie mansioni senza problema alcuno, la cosa non è particolarmente difficile e ormai ho preso un buon ritmo; il punto però è che dopo qualche ora diventa un po’ troppo ripetitivo e quindi, spaventato come ma alla stesso tempo molto eccitato decido di indossare per la prima volta le cuffie. Sono le 2 quando abilito il telefono a ricevere chiamate, un senso di terrore per il non essere all’altezza mi contorce lo stomaco, i 15 minuti che passano prima dell’arrivo della prima telefonata sono eterni, mentre provo ad andare avanti con il lavoro normale continuo a ripetermi in testa la frase con cui rispondere, cercando di farla suonare il più naturale possibile. Alle 2.15 il mio telefono squilla, lo guardo , tutte le lucette rosse lampeggiano come impazzite, al terzo squillo comincia un fastidioso bip bip nelle cuffie, mi faccio coraggio e con un respiro a fondo prendo la chiamata. Le parole mi escono legate, sono agitato e la cosa non mi piace, quindi con uno sforzo notevole, mentre ascolto cosa mi stanno dicendo al telefono, mi ripeto in testa che non c’è un solo motivo al mondo per cui essere agitati, che il capo e i colleghi mi hanno detto di andare tranquillo che il mio inglese è perfettamente all’altezza e così, quasi senza che io me ne accorga mi ritrovo a parlare con un tassista indiano che ha molte più difficoltà comunicative di me. Nel giro di qualche minuto risolvo la telefonata e saluto; quando riaggancio e salvo i dati della telefonata vedo il mio capo che mi guarda sorridendo, la prima è andata da qui in poi è tutto in discesa!
Nel pomeriggio ricevo altre 4 o 5 chiamate, così poche perché oggi ci siamo tutti e il telefono inoltra le chiamate a cascata; io sono l’ultimo della fila, quindi il mio suona solo se tutti gli altri sono già occupati. Alle 5 stacco tutto e molto fiero mi alzo dalla mia postazione, il mio capo mi si avvicina e scherza sul fatto che fossi così teso all’inizio, non mi fermo a spiegargli che io di carattere sono teso e preoccupato per qualunque minima novità, e che il fornire assistenza al telefono in un’altra lingua lo definirei come una grossa novità…
Finito il mio turno, ancora carico per la nuova esperienza, mi incammino verso casa, ormai l’autobus non lo considero più; alle 6.20 con le gambe un po’ doloranti varco la soglia; senza nemmeno togliermi la giacca, abbandono lo zaino e prendo il computer, riesco e vado al ristorante con la connessione wi-fi, come ormai troppo spesso accade ho giorni di blog da recuperare, e so che a casa una volta arrivata Gillian non riesco a fare più nulla. Scrivo sereno fino alle 7.30 quando Annie mi chiama per scoprire che fine avessi fatto e per dirmi che Gillian, incredibilmente, sta cucinando la cena… pubblico il tutto e mi avvio verso casa.
Il concetto di cucinare di Gillian consiste nell’usare un curry indiano pronto e preparare (con l’aiuto di Annie) un po’ di riso da mangiare assieme, il risultato è buono ma mi dispiace che sia con il pollo quindi fuori discussione per Annie… Finita la cena, apprezzata più per il tentativo che per il risultato ci piazziamo al solito in divano e li muoriamo.

2 commenti:

Unknown ha detto...

Lo sai che non avevamo nessuna preoccupazione sul fatto che te la saresti cavata egregiamente .

animafragile ha detto...

te ritorni in cuffia come ai bei tempi della gtel insomma!!! ps. vado in convention a parigi!!! tra i migliori 37 consulenti!!!viaggio scroccato all'azienda!!!