diario del viaggio australe del roccolino più amato di tutta via san francesco

sabato 28 febbraio 2009

Good bye Thailand

25 febbraio

Lasciare Bangkok non e' stato molto difficile, il traffico completamente bloccato della mattina ci ha quasi fatto perdere il treno ma con una leggera corsetta ce l'abbiamo fatta.10 minuti dopo la partenza scopriamo che i nostri biglietti non sono per stare seduti e un controllore ci ordina di alzarci, lo mando a quel paese ma mi alzo; dirlo prima no?

In 2 ore siamo ad Ayuttaya dove, appena fuori la stazione, noleggiamo un rinchio-motorinchio e partiamo per questi famosi templi antichi. Rovine a parte in questa cittá, che sembra più un paesetto, non c'e' nulla; ci rapinano sul pranzo (pro e contro del mangiare in locali veri) e dopo un po' i templi cominciano a sembrare tutti uguali; l'umidita in asia e' pazzesca e ci si stanca molto prima. Alle 6 rendiamo il rinchio e passiamo le 3 ore rimanenti in un locale con 2 francesi, uno dei quali e' un 30enne insegnante di chimica...

Prendiamo il treno che si presenta comodo con un'ora di ritardo e partiamo alla volta di Chiang Mai. Il treno notturno e' un'altra mia prima volta; data l'ora ci trasformano i sedili in letti appena entriamo non lasciandoci così grandi opzioni sul da farsi, io prendo il letto sopra ma tengo compagnia ad Annie per i 3 minuti che la separano dal coma profondo, poi chiudo le mie tendine e mi metto a leggere per un po'. I treni in asia non sono fatti considerando la mia altezza come media e va a finite che passo più tempo sveglio che altro.

Chang Mai e' un'altra storia rispetto a Bangkok, lo sento già dal primo momento, tutto si muove più lentamente, l'aria e' respirabile e, almeno mattina e sera, la temperatura e' vivibile. Dopo una decina di guest houses ci prendiamo una stanza subito fuori le mura della cittá storica, questa e' quella che e' considerata la vera capitale della thailandia da molti e il gioiello del nord da tutti gli altri.

La cittá in sè e' bella, questo non e' un paese che colpisce per la sua architettura ma non ci si può lamentare, la vita come visto da subito e' tutta un'altra cosa, tutti molto più simpatici e meno oppressivi nel farti salire sul loro taxi o vendetti un vestito. La vita qui e' veramente easy. Il primo giorno lo passiamo a zonzo per la cittá' tutto all'interno delle mura per apprezzare un paio di templi antichi e orientarci un po', io sono mezzo cadavere quindi ci concediamo un thai massage e a letto per le 10.

26 febbraio

Secondo giorno corso di cucina, dalle 9.30 alle 15 cuciniamo 6 piatti ciascuno, inclusa una gita al mercato per vedere tutte le verdure, le spezie e la frutta.
Mi cucino finalmente il pad thai come va fatto, degli involtini primavera più leggeri di quelli cinesi, un curry rosso, un manzo al curry, una zuppa al coconut milk e banane fritte; alle 16 quando ce ne andiamo sono agonizzante da quanto ho mangiato... La sera solito thai massage e giretto al mercato ma senza bere cmq si torna a casa presto.

27 febbraio

Terzo giorno noleggio scooter e gita al tempio del buddah d'oro (che scoperta sono quasi tutti d'oro), dato che il tempio e' in cima ad una montagna decidiamo di scendere dall'altro versante attraversando così una piantagione di caffè, il governo thai per combattere le coltivazioni d'oppio ha finanziato grandi piantagioni più legali. Un buon caffè con una vista spettacolare ci preparano per una discesa d'arrembaggio.

Così con il veicolo più sbagliato della storia affrontiamo la montagna; per fare circa 5km ci impieghiamo 1 ora e mezza ma alla fine, dopo aver passato dei paesaggi eccezionali, arriviamo ad un lago dove ci danno da mangiare dell'ottimo pesce in una sorta di zattera con il tetto.

La sera incontriamo Nivi e Steve che sono appena arrivati, i nostri viaggi continuano ad incrociarsi, andiamo a cena sul fiume e poi a fare un giro al mercato.
La Domenica mattina decidiamo di partire verso le 11, andiamo a fare colazione presto e decido di ricaricare il mio skype per fare in po' di telefonate: estraendo il portafoglio per pagare mi accorgo della mancanza della carta di credito, mi servono pochi secondi per ricostruire l'accaduto, ieri al mercato ho ritirato soldi all'atm ma non ho aspettato la carta e l'ho lasciata li, il non bere mi sembra che faccia più danni che altro, la mia corsa allo sportello e' inutile, l'atm e' fuori servizio e i commessi del market non parlano in inglese, il mio thai si limita a tre parole e non sono quelle che mi potrebbero aiutare.

Con un certo numero di telefonate scopro che la carta, se qualcuno non l'ha presa dopo di me, e' stata ritirata dalli sportello che si e' automaticamente bloccato e per motivi di sicurezza non può essere riconsegnata, in caso sia nello sportello verra' distrutta appena recuperata; chiamo Visa e la faccio annullare immediatamente poi vado alla polizia per i turisti a fare la denuncia e trovo un servizio incredibilmente efficiente, domande sensate e precise e il mio verbale in doppia lingua e' redatto molto più in fretta di uno italiano...

Partiamo con l'autobus delle 2 e per le 4.30 siamo a Chiang Rai (grande originalita' con i nomi...), cittá molto più piccolina nota più per i suoi dintorni che altro; l'albergo che la lonely planet consiglia ci viene detto chiuso e così finiamo in un altro, misero ma con la piscina; il tutto per il prezzo ridicolo di 200 bath a notte (circa 5€).

28 febbraio

Il giorno seguente ci noleggiamo una moto e partiamo all'avventura, un bel giro che ci prende tutta la giornata, capisco perché consiglino di prendere una moto, la vacanza cambia completamente... Corriamo lungo la linea che segna il confine con il Myanmar, noto anche come Burma o per quei 5 o 6 che hanno un'ottima idea della geografia Birmania;
militari che sorvegliano il confine ci dicono di andare tranquilli ma di non fermarci o scattare alcuna foto, molesto. Tutto bellissimo a parte il museo dell'oppio che e' chiuso di lunedi, ne sentivano parlare sin da phi phi. Passaggio al golden triangle punto d'incontro di 3 confini e poi indietro. Da Chiang Rai ci muoviamo il 24 direzione Laos, 2 ore e mezza per 70km in un bus probabilmente costruito a mano dai paesani, poi gitarella in barca per passare il fiume ed eccoci a sborsare sti 40€ di visto per 2 settimane, il Laos non comincia con il piede giusto.

Il paesetto dove passiamo la notte aspettando Nivi e Steve non e' altro che una strada, scegliamo la guest house meno peggio e dopo una cena alle 6.30 siamo a letto alle 9, la cittá e' deserta da un pezzo. Questo posto impronunciabile e' una tappa fissa perché da qui si parte sia per il Gibbon's che per il fiume. Ci svegliamo con i galli alle 4.30 e non chiudiamo più occhio. Alle 9 cambiamo guest house e andiamo in quella di fronte. Giornata più o meno inutile, c'è la ridiano tra noi perché non c'è altro da fare in attesa del giorno dopo; domani Gibbon experience!


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